C’è un momento nella vita in cui ci rendiamo conto che non possiamo più fare finta di niente. Quel momento per me avvenne nel 2013, durante un confronto con mio marito Christopher e la nostra famiglia, chiedendoci cosa avremmo potuto fare per contribuire a salvare la vita delle persone migranti che provavano ad attraversare il Mediterraneo. Grazie all’impegno e alla dedizione di Christopher, nonostante le mie perplessità relative alle leggi in vigore, è nato il MOAS. Insieme, come famiglia, io, Christopher e nostra figlia Maria Luisa, che ha posticipato di un anno l’inizio dei suoi studi universitari, abbiamo messo a disposizione le nostre forze e i nostri talenti e, con il team di esperti che si sono uniti a noi, è partita la missione SAR di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.

Dal 2014 al 2017 abbiamo salvato circa 40.000 bambini, donne e uomini nel Mediterraneo Centrale e nel Mar Egeo, dal 2017 in poi abbiamo curato più di 90.000 rifugiati Rohingya in fuga dal Myanmar. In questi anni sono entrata in contatto con la disperazione, le difficoltà e la speranza delle persone più vulnerabili del mondo.

Il delicato e controverso tema della migrazione è da anni al centro del dibattito pubblico, poche sono state le iniziative volte alla vera risoluzione di questa tragedia, mentre l’empatia e la solidarietà dei primi naufragi si sono assopite per lasciare spazio a una “globalizzazione dell’indifferenza”, prendendo in prestito le parole di Papa Francesco.

In questo contesto ho sentito la necessità e il dovere di condividere le esperienze e le emozioni che più mi hanno toccata in questi anni per dare voce a chi non ne ha, per parlare a chi ha chiuso il proprio cuore di fronte al dramma del fenomeno migratorio e per stimolare un dialogo costruttivo all’interno delle famiglie, nelle scuole, nelle università che possa aiutare a superare gli stereotipi e le paure che ne derivano.

In questo libro, oltre alle storie dei bambini, delle donne e degli uomini che ho incontrato e alle mie riflessioni sull’empatia, la solidarietà e le migrazioni, ho trovato utile dedicare l’ultima parte a un breve background storico-politico relativo alle politiche migratorie italiane ed europee e un glossario delle “Parole della migrazione”.  Sono parole di cui sentiamo parlare quotidianamente, in TV, sui quotidiani, online o sui social, ma di cui spesso non comprendiamo il significato. Per questo motivo ho deciso di offrirne una personale interpretazione e declinazione.

Nella postfazione, curata dal giornalista Sergio Nazzaro, che ringrazio per la generosità, ulteriori domande ci invitano a una profonda riflessione, aiutandoci a entrare in contatto con l’umanità che contraddistingue le relazioni con gli altri.

“Raccogliere il mare con un cucchiaino” è in vendita in tutte le librerie e online. Con l’acquisto contribuirete a salvare la vita di bambini, donne e uomini. Una parte dei proventi sarà destinata alle missioni MOAS attive nel mondo. Ciascuno con i propri talenti, possibilità, risorse, energie e tempo può  fare qualcosa per aiutare chi ne ha bisogno per raggiungere quella che io definisco  la “globalizzazione della solidarietà”. Buona lettura!