Molto spesso, quando facciamo riferimento all’analisi del fenomeno migratorio al di fuori della retorica emergenziale, continuiamo a focalizzarci sulla fase degli sbarchi e sulla prima gestione dei flussi. Tutto ciò che è invece successivo agli arrivi e che si colloca nella fase dell’accoglienza fa meno notizia. Motivo per cui sento sia necessaria una riflessione personale sull’importanza delle iniziative e dei gesti volti all’inclusione all’interno della società di accoglienza.

Essere inclusi significa sentirsi parte di un gruppo e avere accesso alle garanzie e ai diritti fondamentali in una dimensione di apertura e condivisione. Al contrario, la mancata partecipazione alla vita della comunità genera esclusione.

Le persone migranti che vivono in uno Stato diverso da quello di provenienza si trovano troppo spesso recluse in situazioni di marginalità che rendono molto complicata l’inclusione. Per questo motivo è importante analizzare e mettere in pratica strumenti e iniziative che possano permettere di creare una società migliore, plurale, accogliente e aperta.

In quest’ottica MOAS ha creato a Malta il Family hosting project, un progetto di accoglienza che permette alle famiglie di accogliere le persone migranti nelle loro case, offrendo sostegno e assistenza per aiutarli a integrarsi nella società maltese. La prima famiglia ha aderito al progetto annuale, aprendo le porte di casa a Samuel, un ragazzo di 21 anni arrivato a Malta dal Sud Sudan. Nel corso dell’anno Samuel ha continuato gli studi per realizzare il suo sogno: diventare un medico. Un’esperienza di crescita reciproca che pone al centro l’importanza della condivisione che scaturisce dall’incontro tra culture e realtà diverse. Un’iniziativa pilota che evidenzia la necessità di lavorare tutti insieme per sconfiggere discriminazioni e pregiudizi nella comunità maltese.

Un progetto simile, che può essere sperimentato anche nel caso in cui non sia possibile ospitare in casa propria, è quello della sponsorship. Il programma ideato da MOAS si rivolge a individui e famiglie disposte a supportare per un anno un giovane di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Chi offre il supporto (sponsor/mentore) si impegna a sostenere una persona della comunità migrante che sta prendendo o verrebbe prendere parte a un percorso formativo o di istruzione. Lo sponsor faciliterà l’inserimento sociale del giovane, lo affiancherà e lo guiderà nello sviluppo di svariate competenze.

MOAS faciliterà il progetto offrendo degli incontri con un assistente sociale, consulenza relativa alle pratiche burocratiche dei corsi di formazione e studio, tablet e connessione per chi ne fosse sprovvisto e ogni tipo di assistenza per agevolare entrambe le parti laddove fosse necessario.

Il progetto mira a costruire connessioni tra la comunità migrante e la comunità locale creando un modello di società fondato sulla reciprocità e sull’arricchimento proveniente dall’incontro tra persone con un background diverso.

Progetti di crescita, inclusione, accoglienza e sponsorship sono diversi strumenti che ci dimostrano  l’importanza del coinvolgimento della società civile nelle questioni riguardanti la migrazione e l’integrazione, la forza insita in ogni piccolo gesto per rendere migliore nel Paese di accoglienza la vita di chi è stato costretto a fuggire e ad abbandonare la propria terra. Attraverso tali iniziative la nostra società diventa un posto migliore, al quale ciascuno può prendere parte con il proprio bagaglio di esperienze e conoscenze e con spirito di solidarietà.