Il 2 e 3 Dicembre 2016 ho partecipato al Fortune + Time Global Forum tenutosi a Roma e Città del Vaticano. L’evento si concentrava su “La sfida del XXI secolo: per un nuovo patto sociale” e mirava a trovare soluzioni valide per migliorare la qualità della vita dei poveri che vengono emarginati dagli attuali modelli economici.

In risposta all’incessante impegno di Papa Francesco volto a dedicare un’attenzione speciale alle persone più povere e vulnerabili, i 600 partecipanti si sono riuniti per discutere idee e prospettive reciproche su temi cruciali fra cui tutela ambientale, istruzione per tutti, energia, assistenza sanitaria, supporto a donne e ragazze.

In qualità di co-fondatrice/presidente di MOAS e imprenditrice, ho voluto testimoniare che da cittadini è possibile -oltre che necessario- svolgere un ruolo di primo piano per migliorare il mondo in cui viviamo.

Nell’estate del 2013 mio marito Christopher e io ci trovavamo nel Mediterraneo, navigando da Lampedusa verso la Tunisia per motivi di lavoro, quando improvvisamente abbiamo visto un cappotto che galleggiava sulla superficie del mare. Quando abbiamo saputo che verosimilmente quel cappotto apparteneva a un migrante affondato mentre tentava la traversata, abbiamo compreso entrambi che era arrivato il momento di agire. Il seme si trovava già nel nostro cuore e le parole di Papa Francesco contro la “globalizzazione dell’indifferenza” lo hanno irrigato.

[blockquote text=”Come esseri umani sentivamo il dovere di salvare i nostri fratelli e le nostre sorelle in fuga da guerre o povertà estrema. Come cittadini avevamo la responsabilità etica e morale di fare qualcosa. Come imprenditori eravamo in grado di dare il nostro contributo.” text_color=”” width=”” line_height=”undefined” background_color=”” border_color=”” show_quote_icon=”no” quote_icon_color=””]

Da allora MOAS è cresciuta fino a diventare una organizzazione internazionale dotata di due navi –Phoenix & Responder – in grado di reagire prontamente e indirizzare il proprio intervento dove serve maggiormente.

Il mondo ha bisogno di imprenditori coraggiosi che abbiano risorse e lungimiranza sufficienti per riconoscere il talento e la creatività custoditi in ogni persona. C’è bisogno di persone coraggiose che posseggano il dono di saper guardare oltre le immagini negative e stereotipate dei migranti.

Dobbiamo smettere di guardare i migranti come minacce o nemici: non sono un pericolo. Semmai sono in pericolo. Dobbiamo considerare ciascun essere umano come una risorsa in termini di talento e creatività, creando le condizioni migliori per farli fiorire.

 

A tal proposito, anche i giornalisti hanno un ruolo fondamentale rispetto alle opinioni che contribuiscono a formare col loro lavoro di informazione. I giornalisti hanno una responsabilità decisiva verso i migranti e la cosiddetta “crisi dei rifugiati” per superare le attuali immagini stereotipate di migranti anonimi ed esplorarne storie e background. Non possiamo considerare i migranti come numeri per compilare statistiche altrimenti corriamo il rischio di dimenticare la loro umanità costruendo muri emotivi o di cemento. Quando alziamo un muro, semplicemente ignoriamo i problemi che restano fuori in quanto i muri non sono mai stati una soluzione.

Servono persone che si impegnino a innescare un cambiamento positivo per la nostra comunità mondiale. Servono imprenditori che vogliano devolvere parte del proprio capitale per costruire una società più inclusiva, investendo in settori che spaziano dalla tutela ambientale al cambiamento climatico o la crisi dei rifugiati.

Noi, in qualità di imprenditori, abbiamo il dovere etico e morale di contribuire ad attuare un  cambiamento e avviare uno sviluppo positivo che garantirebbe a tutti un futuro migliore. E’ questo che avevamo in mente quando abbiamo deciso di fondare MOAS: definire un modello che potesse essere seguito da altri e siamo quindi felici di aver ispirato altre organizzazioni ad unirsi alle operazioni di salvataggio. Ma questo era solo l’inizio: il nostro obiettivo per il futuro riguarda la collaborazione con altri imprenditori che condividano il nostro modo di vedere per ottenere INSIEME dei risultati.

Il motto di MOAS è “Nessuno merita di morire in mare”. Dalla nostra prima missione nel 2014 siamo riusciti a salvare oltre 33.000 persone e questa cifra cresce quotidianamente.